Un grande futuro dietro le spalle: la direzione dei lavori dal R.D. 350/1895 al D.M. 49/2018

nel regio decreto 350 del 1895 che, ancora oggi, soprattutto a confronto con il prodotto legislativo consegnatoci dal Codice 50, rappresenta un modello che ogni legislatore dovrebbe tenere presente, in quanto ispirato alla Regola Aurea della chiarezza e della concisione. Questo provvedimento del passato dimostra ancora una volta che le normative non possono essere formate in stile discorsivo, in quanto ciò appartiene alla parte esplicativa e non immediatamente applicativa delle disposizioni, come d’altronde dimostra l’esempio consegnatoci dalle Direttive comunitarie, le quali esplicano nei propri Considerando la ratio delle norme. A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, come diceva Andreotti, e quindi spesso viene da sospettare che l’idiosincrasia del nostro legislatore verso la chiarezza e la concisione potrebbe essere in realtà attribuita ad una programmatica volontà volta a favorire la confusione, perché è nei relativi interstizi che si annida la corruzione. Tuttavia, ciò implicherebbe anche accreditarlo di competenze che non ha. Per scrivere testi confusi, è necessaria infatti una capacità affinata su testi chiari; bisogna conoscere la materia su cui si opera, ed averne un quadro completo davanti agli occhi della mente. In questi giorni, si parla di nuovi interventi legislativi che, considerata la cattiva fattura del Codice 50, sarebbero giustificati. Ma, considerata l’incapacità dimostrata dal legislatore sia nel 2006 sia nel 2016, è difficile attendersi un testo che non crei ulteriori problemi alla vita quotidiana delle stazioni appaltanti e delle imprese. Per sperare in un testo migliore, dovremmo pensare ad un legislatore disposto a recepire le Direttive senza avere la pretesa di modificarle, e soprattutto pronto a cancellare dall’ordinamento quel fenomeno incostituzionale che sono le linee-guida, oltre che ad essere disponibile a trasformare l’attività di precontenzioso svolta dall’Anac in condizione di procedibilità del ricorso al giudice amministrativo, in modo da riuscire a formare una giurisprudenza frutto di una competenza pratica maturata nel rapporto quotidiano con le P.a. che spesso manca al giudice amministrativo, il quale possiede invece gli strumenti giuridici per ricomporre, a propria volta, un quadro razionale e coerente di questo importante mercato che sono i contratti pubblici.

Intervenienti: Prof. Claudio Giannotti, LUMSA; Prof. Avv. Iolanda Piccinini, LUMSA; On. Giuseppe Zamberletti, Presidente IGI; Pres. Michele Corradino, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato – Consigliere Anac; Avv. Laura Savelli, IGI; Avv. Massimo Frontoni, Foro di Roma; Prof. Danilo Pappano, LUMSA e UniCal; Dr. Ing. Andrea Sciotti, Direttore dei lavori Roma Metropolitane s.r.l.; Avv. Federico Titomanlio, Segretario Generale IGI; Dr. Ing. Massimo Sessa, Presidente Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

Date: 
04 July 2018